“Roundabout,” uno dei brani più iconici degli Yes, è una gemma del rock progressivo che si distingue per la sua complessa struttura musicale, le armonie vocali intriganti e i talentuosi assoli strumentali. Pubblicata nel 1971 come parte dell’album “Fragile,” la canzone ha conquistato il pubblico internazionale, diventando un inno generazionale e un esempio perfetto di come il rock progressivo potesse essere accessibile e coinvolgente per un pubblico vasto.
La storia di “Roundabout” inizia con Jon Anderson, cantante e compositore degli Yes, che immaginò un brano basato su una progressione armonica insolita e un ritmo incalzante. L’idea originale si sviluppò in collaborazione con il chitarrista Steve Howe e il tastierista Rick Wakeman, entrambi virtuosi del loro strumento e capaci di aggiungere strati sonori complessi alla canzone.
La struttura musicale di “Roundabout” è caratterizzata da una serie di cambi di tempo imprevedibili e sezioni strumentali che si alternano con maestria. Inizia con un’introduzione acustica delicata, seguita da una melodia vocale orecchiabile cantata da Anderson in falsetto. Il ritmo prende piede gradualmente, introducendo i famosi riff di chitarra di Howe e le tastiere imponenti di Wakeman.
Un elemento distintivo di “Roundabout” è la sua sezione centrale, un crescendo progressivo che culmina in un assolo di batteria magistrale eseguito da Bill Bruford. Le percussioni si fondono con gli altri strumenti creando un’atmosfera quasi ipnotica, prima di tornare alla melodia principale.
La canzone si conclude con un outro strumentale che riprende i temi musicali della prima parte, lasciando al pubblico una sensazione di completa soddisfazione. La durata complessiva di oltre otto minuti rende “Roundabout” un brano ideale per l’ascolto attento e la scoperta di nuovi dettagli a ogni riproduzione.
Gli Yes: Un gruppo pionieristico del rock progressivo
Per comprendere appieno la genialità di “Roundabout,” è importante conoscere il contesto musicale in cui gli Yes si sono formati negli anni ‘60. Il movimento progressive rock, nato nel Regno Unito, cercava di spingere i limiti del genere rock tradizionale attraverso arrangiamenti complessi, sperimentazione sonora e testi con temi filosofici o letterari.
Gli Yes, insieme ad altri gruppi come Genesis, Pink Floyd e King Crimson, furono tra i pionieri di questo movimento. La loro musica si distingueva per la virtuosità strumentale dei membri, l’uso creativo delle tastiere analogiche, e una particolare attenzione alle armonizzazioni vocali.
Jon Anderson: Voce angelica e visionario del suono
Jon Anderson, il frontman degli Yes, è un artista poliedrico con una voce unica e potente. Il suo stile vocale si caratterizza per l’ampia gamma di registri, le melodie evocative e un uso frequente del falsetto. Oltre a essere un cantante straordinario, Anderson è anche un compositore prolifico e ha contribuito in modo significativo alla creazione del suono degli Yes. Le sue liriche spesso esplorano temi spirituali, filosofici e fantastici, dando profondità ai brani della band.
Steve Howe: Maestro della chitarra acustica ed elettrica
Steve Howe, chitarrista degli Yes dal 1970, è considerato uno dei migliori chitarristi del rock progressivo. Il suo stile versatile spazia dal rock classico all’acustico, passando per l’uso innovativo di tecniche come il fingerpicking e la slide guitar. Howe ha contribuito in modo decisivo alla creazione della sonorità degli Yes, arricchendo le loro composizioni con riff incisivi, assoli virtuosi e atmosfere suggestive.
Rick Wakeman: Virtuoso delle tastiere e compositore visionario
Rick Wakeman, tastierista degli Yes dal 1971 al 1974 e poi di nuovo nel 1973 e 1980, è uno dei più importanti musicisti di tastiera del rock progressivo. Noto per il suo uso originale degli Hammond organ, dei sintetizzatori Moog e del pianoforte, Wakeman ha creato paesaggi sonori complessi e memorabili. Le sue melodie spesso incorporano elementi di musica classica e jazz, dando un tocco sofisticato alla musica degli Yes.
Bill Bruford: Batterista innovativo e motore ritmico
Bill Bruford, batterista degli Yes dal 1968 al 1972, è considerato uno dei migliori percussionisti del rock progressivo. Il suo stile si distingue per la precisione, la potenza e l’originalità. Bruford ha introdotto elementi di jazz fusion nella musica degli Yes, contribuendo a creare un suono unico e innovativo.
L’eredità di “Roundabout” e il suo impatto culturale
“Roundabout” rimane uno dei brani più popolari e ascoltati degli Yes, e ha avuto un impatto significativo sulla cultura musicale. La canzone è stata utilizzata in numerosi film, serie televisive e spot pubblicitari, diventando una vera e propria icona del rock progressivo.
Oltre al suo successo commerciale, “Roundabout” ha ispirato generazioni di musicisti a esplorare i limiti creativi del genere rock. La sua complessa struttura musicale, le armonie vocali intriganti e gli assoli strumentali virtuosi hanno dimostrato che il rock progressivo poteva essere sia complesso che accessibile, aprendo la strada a nuovi stili musicali negli anni successivi.
Ecco un breve elenco di elementi chiave che contribuiscono al successo duraturo di “Roundabout”:
Elemento | Descrizione |
---|---|
Melodia orecchiabile | Il ritornello principale è semplice e memorabile, rimanendo impresso nella mente dell’ascoltatore anche dopo la prima ascolto. |
Cambi di tempo imprevedibili | La canzone alterna momenti energici a sezioni più tranquille, creando una dinamica interessante per l’ascoltatore. |
Assoli strumentali virtuosi | Steve Howe e Rick Wakeman dimostrano la loro maestria con assoli di chitarra e tastiera che arricchiscono la trama musicale. |
Armonie vocali complesse | Le voci di Jon Anderson e degli altri membri del gruppo si intrecciano creando un suono ricco e coinvolgente. |
Testo evocativo | Anche se semplice, il testo di “Roundabout” suggerisce un senso di viaggio e di scoperta, invitando l’ascoltatore a immaginare paesaggi e storie fantastici. |
In definitiva, “Roundabout” è una testimonianza del talento degli Yes e della loro capacità di creare musica che fosse allo stesso tempo complessa e coinvolgente. La canzone continua ad essere apprezzata da generazioni di appassionati di musica, testimoniando il suo potere duraturo e la sua influenza sul panorama musicale globale.